LA STRADA VINCENTE DI UNA POSIZIONE DI NEUTRALITA' SUL FRONTE ORIENTALE
Gli eventi sul fronte orientale europeo sono trainanti nei risultati economici nazionali. Questo sia perche' il conflitto causa impatti sul mercato dei beni energetici dai macroscopici effetti dovuti all' embargo e contro embarghi, sia perche' si palesa anche una vera minaccia di conflitto bellico. In questo caso le conseguenze potrebbero essere non calcolabili. Bisogna ricostruire gli eventi dall'inizio per comprendere dove si e' con lo stato dei rapporti tra Europa ( e Italia) e Russia e stati filorussi.
L'antefatto
In primo luogo, la situazione si presentava quando alcune regioni della Ucraina, un stato dell'ex Russia poi della CSI ed infine autonomo, si autoproclamarono indipendenti. Una affermazione sancita da un voto referendario anni addietro. Lo stato ucraino, sembra, non riconobbe pero' la indipendenza di questi stati. Questo quindi mosse la Russia, che difendeva queste autonomie, contro di loro. La opinione mondiale, guidata molto da media filo britannici, relego' nei secondi ranghi questi eventi evidenziando, con molto risalto invece, la affermativamente aggressiva condotta russa che descrivevano invece mossa da fine espansionistico. La propaganda, va detto in conflitto con gli accordi dei patti post bellici tra USA, GB e Russia, si diffuse anche in Italia. Posta in termini semplici, la questione e' un po di capire chi e' il vero Cristo della situazione facendo una analogia che tutti possono comprendere. E' questa vittima l'Ucraino, come dicono i britannici e gli USA o lo sono gli stati indipendenti che si autoproclamavano e che sono stati soppressi? La risposta sembra indicare che le vittime siano più questi ultimi. Sembra piu' umanitario proteggere queste minoranze che chi non le ha volute riconoscere; la situazione che ha prevalso appare molto simile a quella di difendere un manigoldo dalla polizia che lo vuole arrestare.
Il conflitto
La politica promossa dagli USA e quindi adottata dai paesi europei e dall'Italia di turno, sanciva quasi una inversione di parti e con un po di miopia si è diffusa la convinzione di essere errore difendere queste minoranze e corretto invece aiutare il repressivo presidente ucraino descritto come vittima di aggressione. Sembra ripercorrere le campagne anti irachene e anti iraniane che nascondevano anche parecchia propaganda di tipo antireligioso. I russi quindi hanno lanciato un ultimatum lo scorso febbraio agli ucraini: o lasciate vivere in autonomia le regioni autoproclamatesi , oppure vi sara' un attacco militare. Alla fine una posizione intellegibile. Gli ucraini, molto appoggiati dall'occidente, hanno sfidato questo ultimatum , che forse non avrebbero opposto senza questo sostegno di media occidentale; galvanizzati da questo consenso, hanno sfidato i russi; la questione e' finita quindi in un conflitto militare.
Gli eventi recenti
Dopo alcuni mesi, quindi, i russi , scontato esito, si sono difatti, ripresi le aree autoproclamatesi; a questo punto, considerando il precedente, si intuisce a garanzia della difesa di questi stati, hanno proposto un referendum per annettersi del tutto le province contestate. Referendum che ha avuto esito positivo. Per cui ora sono parte del territorio russo. Ora si riscontra, che questo appoggio degli USA galvanizza ulteriormente gli ucraini , che minacciano di ottenere di nuovo le aree per loro, e istiga alla guerra nonché terrorismo ora dopo la annessione.
Una previsione
Questo e' la situazione attuale. Dove finisce quindi? Si fa una previsione. La opinione di questo centro studi, e' che se tutto procede come finora in questa offensiva azione per riottenere le province, i russi potrebbero decidere per una occupazione dell' intero stato, ed estromettere la guida politica della capitale Kiev per ristabilire l'ordine. A questo punto quindi la previsione diventa difficile a farsi. Si puo' dire che gia si sente per i media che gli USA intendono inviare maggiori armi per opporre i russi, questo potrebbe comportare che anche gli stati europei si andranno ad aggregare. Se persiste questa difesa del presidente ucraino, la questione potrebbe finire anche in un conflitto diretto con la Russia. Unirsi potrebbe essere un errore anche se le equazioni regionali dicono il contrario. Cio' perche' la questione non è locale nazionale e opporsi al ricorso alla guerra che può apparire favorevole a taluni e' un ideale alle volte poco pratico senza accordi e alleanze. Nello scenario di una invasione della Ucraina da parte dei russi, proseguire in questa politica finirebbe in una dichiarazione di guerra ai russi. Oppure alla americana, cioe' in una guerra senza dichiarazione. Realistico?
La strada neutrale
Un fatto che dovrebbe portare oggi a distanziarsi del tutto dalle questione aree filo russe. La piu' sana scelta sarebbe di riconoscere che la competenza europea tra queste regioni filorusse e' poca e quindi di uscire sia dal conflitto che dall'embargo verso una posizione neutrale. Bisogna peraltro considerare che se questo astio invece cresce, gli Usa si avvantaggerebbero eccessivamente da un conflitto Europa – Russia, lontano dai loro confini, dove percepirebbero tornaconti per loro nonche' invio e invasione di soldati USA in Europa a incrinare la sovranità europea; deprecheranno gli stati europei sempre in guerra tra loro, fatto che sancirebbe una mezza vittoria di per se.
In conclusione oggi si deve prendere atto che sostenere lo stato Ucraino porta solo a peggiorare una situazione; con un diritto da difendere del tutto opinabile, comporterebbe un sicuro aggravarsi anche della situazione economica.